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riforma fiscale

RIFORMA FISCALE – Cambia tutto! Casa, Flat Tax, Irap, Irpef e Spese sanitarie

Negli ultimi 20 anni la pressione fiscale è cresciuta di oltre il 10% e a risentirne sono le nostre tasche, o almeno quello che c’è rimasto. Da tempo si attende una riforma fiscale degna di questo nome e non interventi spot privi di lungimiranza che hanno come obiettivo hanno solo le prossime elezioni. Ma le tasse si sa sono da sempre uno dei temi più delicati. Se poi parliamo di imposte sulla casa è subito crisi di governo. Nonostante tutto è arrivato il primo si alla camera dei deputati e la strada del nuovo fisco sembra davvero aprirsi.  Sono infatti 5 le novità portanti della nuova riforma fiscale e in queste righe cercherò di illustrartele a dovere.

Sono Carlo Alberto Micheli, avvocato e dott. Commercialista, fondatore di Myaccounting.it – servizio di commercialista online per pmi e professionisti. Puoi trovare i miei contenuti su questo blog e sul mio canale youtube.

322 voti favorevoli, 43 contrari e 5 astenuti sono i numeri, a larga maggioranza, che nella giornata del 22 giugno hanno determinato il primo si alla Camera. 

I numeri sono ampi, ma raggiunti faticosamente

Quando si deve legiferare su temi complessi e tecnici, il parlamento delega il governo a scrivere queste regole ( i ministeri competenti hanno al loro interno i tecnici che scrivono le leggi). Una volta scritte, con tutte le varie influenze politiche del caso, si torna in parlamento per approvarle.

Questa delega è del 5 ottobre scorso, e ci sono 18 mesi di tempo. Ne sono passati otto, quindi entro dieci mesi questa Riforma va portata a casa. Il rischio è che essendoci le elezioni politiche nel 2023 tutto possa esser vanificato. Fatto sta che il provvedimento adesso passa al Senato dove dovrebbe essere approvato in tempi brevi.

Una volta approvato al senato, e qui si arriva al punto, è il momento dei decreti attuativi che avranno ad oggetto queste 5 modifiche fondamentali:

  •  Riforma del Catasto
  • Regime Forfettario e Cedolare secca
  • Aliquote Irpef
  • Cashback fiscale
  • Irap

1 – Riforma del Catasto

Per quanto riguarda la sorte delle tasse sulla casa l’iniziale proposta di attribuire a ogni immobile un valore patrimoniale parametrato sui valori di mercato è stata ritirata. Verrà individuata invece «un’ulteriore rendita suscettibile di aggiornamento» che terrà conto delle caratteristiche della casa e del quartiere del comune di appartenenza. Questa rendita sarà disponibile dal 1° gennaio 2026. In quel momento il governo in carica deciderà come procedere. Una bella operazione di rimbalzo direi.

2 – Regime Forfettario e Cedolare secca

Sul fronte flat tax viene confermata per le partite iva fino a 65.000 euro, e viene confermato – ma sarà un decreto attuativo a stabilire soglie e aliquote  – un periodo transitorio di due anni per chi superata tale soglia passerà poi al regime ordinario.

Restano anche le cedolari secche sugli affitti (21%) e sui titoli di stato (12,5%)

3 – Aliquote Irpef

L’imposta progressiva per eccellenza è l’irpef, dalla quale proviene la maggior parte del gettito erariale destinato al funzionamento dello stato. Tutti pagano l’irpef

Fino ad un anno fa le aliquote irpef erano 5, il governo draghi le ha ridotte a 4.

  • 23% per i redditi fino a 15.000 euro, 
  • 25% per quelli fra 15.000 e 28.000 euro, 
  • 35% per i redditi fra 28.000 e 50.000 euro; 
  • 43% per i redditi oltre 50.000 euro.

L’obiettivo della riforma fiscale è di ridurre ancora le aliquote da quattro a tre oltre ad una generale revisione del sistema delle detrazioni, oggetto anch’esse di modifiche come vedremo a breve.

I soldi necessari per una riforma, che dovrebbe portare beneficio ai redditi dei meno abbienti, dovrebbero arrivare dalla riforma dell’iva e dalla lotta all’evasione. Personalmente ogni volta che si parla di coperture derivanti dalla lotta all’evasione ci credo poco. Ogni volta che non hanno coperture per una riforma indicano tale fonte. Tra le altre cose, difficilmente misurabile.

4 – Cashback fiscale

Le detrazioni tracciabili delle spese sanitarie verranno rimborsate direttamente sul conto corrente dei contribuenti senza necessità di riportarle in dichiarazione dei redditi come accade adesso.

5 – Irap

L’imposta regionale sulle attività produttive, una vera spada di Damocle per le aziende italiane, l’ho lasciata in fondo in quanto dovrebbe essere superata. Quantomeno non dovrebbero più trovarsela sulle spalle le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti. 

A mio avviso su quest’ultimo punto ci vorrebbe un atteggiamento più coraggioso del nostro legislatore fiscale, una tale imposta nuoce a livello di competitività internazionale sul nostro tessuto produttivo. 

Capisco che sia difficile coprire un gettito medio di 13 miliardi, ma dobbiamo decidere o no chi siamo e dove vogliamo andare come paese?

AVV. Carlo Alberto Micheli

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