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Aprire partita iva come YOUTUBER

1. COSA E’ YOUTUBE

YouTube è una piattaforma online di contenuti video dove ogni utente può liberamente iscriversi e caricare dei video che saranno visibili in tutto il mondo. Essendo parte di Google, si serve del serivizo AdSense che permette di monetizzare i video, ossia permette da un lato alle aziende di ottenere visibilità inserendo della pubblicità nei video degli utenti, e dall’altra di dare una piccola ricompensa allo YouTuber sulla base del numero di visualizzazioni.

2. YOUTUBE & ADSENSE

Accettare le condizioni di AdSense significa aderire ad una campagna di affiliazione pubblicitaria; dunque la definizione di prestazione occasionale potrebbe racchiudere il tutto, ma non è così semplice.

Non ci sono limiti quantitativi per l’apertura della partita iva, non esiste nessun tetto massimo di 5000€, di cui più volte se ne sente parlare in rete, se non ai fini previdenziali, ovvero se si supera questo limite c’è l’obbligo d’iscrizione alla Gestione Separata INPS.

Se si decide di iniziare a guadagnare dal proprio canale Youtube, aderendo cosi ad AdSense, si dovrà aprire una partita iva, dal momento che si sta svolgendo un’attività di impresa, cioè che genera ricavi, e per essere in regola con il fisco deve essere dichiarata. L’attività dello YouTuber, quindi, non può configurarsi come una prestazione occasionale perché è svolta in modo continuativo dato che i video sono online 365 giorni l’anno, ed è quindi necessario possedere la partita iva e ottemperare a tutti gli obblighi che ne conseguono.

3. LO YOUTUBER E’ UN LIBERO PROFESSIONISTA?

Anche se lo YouTuber non è legalmente inquadrato in nessuna categoria, generalmente appartiene a quella dei professionisti e non a quella dei commercianti, questo perché non effettua nessuna intermediazione e nessuna vendita di un bene o servizio on-line, ma genera dei ricavi tramite i propri contenuti pubblicati sulla piattaforma YouTube. Naturalmente se nel corso dell’attività vorrà vendere beni o servizi, come ad esempio video corsi, allora sarà necessaria l’iscrizione presso la Camera di Commercio e quindi inquadrato nella categoria dei commercianti, comportando così delle differenze sulla parte fiscale e contributiva.

La differenza tra professionista e commerciante, in regime ordinario, è sostanzialmente legata alla quantificazione delle imposte e al calcolo dei contributi INPS.

Infatti i commercianti pagano annualmente circa 3.800€ di contributi INPS, suddivisi in 4 rate, più una quota variabile in base al reddito. Mentre per i professionisti non esiste nessun obbligo di versamento se non una quota variabile che è all’incirca il 25% dei compensi.

 

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4. REGIME FORFETTARIO E START UP

Da come osservato, dal momento che l’inquadramento è frutto di un’analisi dell’attività svolta, nella fase di start-up sarebbe consigliabile aderire al regime dei professionisti in modo da poter usufruire di un’agevolazione sul versamento dei contributi e solo successivamente, se necessario, passare all’inquadramento dei commercianti.

Inoltre, all’apertura della partita iva bisognerà scegliere anche a quale regime fiscale aderire: se quello forfettario o quello ordinario. Se non viene costituita una società e si è certi di non superare i 65.000€ di compensi annui, allora si potrà optare per il regime forfettario, che in fase di start-up offre numerose agevolazioni fiscali.

Le tasse da versare nel regime forfettario, a differenza dell’ordinario, si calcolano in modo molto più semplice: basta applicare il coefficiente di redditività, che per l’attività di YouTuber è pari al 78%, al fatturato realizzato nell’anno, e sulla differenza calcolare l’imposta da versare che è pari al 15% o al 5% per i primi 5 anni.

Dunque, dal momento che gli YouTuber non sono iscritti ad alcun albo e non hanno una cassa, dovranno aderire alla Gestione Separata INPS che permetterà loro di pagare i propri Contributi in percentuale sul reddito, che all’incirca del 25%.

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