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IL DIRITTO DI RECESSO NELL’E-COMMERCE: UN FAVOR PER L’ACQUIRENTE ON-LINE

1. Cosa s’intende per diritto di recesso?
L’esercizio di un’attività di vendita on-line obbliga il venditore ad una conoscenza approfondita di quanto previsto dal codice del consumo in tema di diritto di recesso per i cd. contratti a distanza.
Il diritto di recesso nell’e-commerce permette al consumatore di avere un ripensamento, cioè decidere di scogliere unilateralmente il contratto di acquisto di un bene o un servizio nel caso in qui ciò che aveva acquistato on-line non rispecchiava le reali caratteristiche o qualità prospettate.
Alla richiesta di recesso posta dall’acquirente, segue sia l’obbligo per il venditore di rimborsare il prezzo totale speso per l’acquisto del bene, sia l’obbligo per l’acquirente di restituire il bene acquistato.

L’intera procedura è dettagliatamente descritta nel codice del consumo il quale, come capiremo in seguito, garantisce un trattamento di favor per l’acquirente on-line.

2. Le 4 fasi previste dal codice del consumo 
In cosa si sostanzia il diritto di recesso?
Come e quando è possibile il suo esercizio da parte del consumatore?
Per rispondere a tali domande, analizziamo attentamente 4 fasi – alcune propedeutiche, altre successive all’esercizio del diritto in esame.

• Dovere d’informativa del professionista,
• Esercizio del diritto di recesso,
• Obbligo di rimborso del prezzo,
• Obbligo di restituzione del prodotto.

 

2.1 Dovere d’informativa del professionista
Insistono in capo al venditore e-commerce due importanti obblighi:

informare il potenziale acquirente dell’esistenza del diritto di recesso,
• mettere l’acquirente nelle condizioni di poter concretamente esercitare il diritto qualora ce ne fosse bisogno.

Come previsto dall’art. 49 del codice del consumo, infatti, il consumatore, già prima di procedere con l’acquisto on-line, deve essere messo a conoscenza di tutte le informazioni inerenti e connesse alla possibilità di esercitare il diritto di recesso.
Ovviamente, tutte queste (obbligatorie) informazioni dovranno essere fornite dal professionista attraverso il sito web che egli utilizzerà per vendere – dunque, nella sezione del sito termini e condizioni, il venditore dovrà esplicare, in maniera chiara e completa, condizioni, termini e procedure utili all’esercizio del diritto di recesso.

Perché queste informazioni sono di vitale importanza?

L’inadempimento di quanto detto può generare negative conseguenze per il professionista. Ad esempio, una mancante o lacunosa informazione circa il limite temporale entro cui esercitare il diritto di recesso, può causare un allungamento del limite stesso.
In altre parole, secondo quanto previsto dal codice del consumo, il diritto di recesso può essere esercitato entro il termine minimo di 14 giorni (decorrenti o dalla consegna del prodotto, se parliamo di un bene materiale, o dall’acquisto del servizio, se parliamo di un bene immateriale). Il venditore potrà anche scegliere di concedere più di 14 giorni; la cosa importante è che non scenda al disotto della soglia minima prevista dal codice.
Qualora il venditore non indicasse sul proprio sito web, in maniera esplicita, il termine massimo entro cui poter esercitare il diritto di recesso, questo potrà protrarsi anche fino ai successivi 12 mesi: dunque, il consumatore potrà esercitare il diritto non più entro i “canonici”14 giorni, bensì entro 14 giorni + 12 mesi!

 

2.2 Esercizio del diritto di recesso
Come suddetto, l’acquirente avrà un termine minimo di 14 giorni per esercitare il diritto di recesso, senza alcun obbligo di motivazione.
La legge, infatti, parte da una circostanza: colui che acquista a distanza non ha possibilità di vedere né toccare il prodotto, del quale potrà prendere completa visione e percezione solo e soltanto al momento della sua consegna. E se in tale fase l’acquirente dovesse accorgersi di un “errore nell’acquisto o, semplicemente, non fosse soddisfatto del prodotto, allora potrà renderlo al venditore senza alcun obbligo di motivare la decisione presa (nemmeno se “pretesa” dal professionista).
Affinché il consumatore possa beneficiare della facoltà attribuitagli dal codice del consumo, egli dovrà, prima della scadenza del periodo di recesso, informare il professionista della sua decisione attraverso:

• un modulo di recesso, messo a disposizione dal venditore,
• una qualsiasi altra dichiarazione esplicativa della sua decisione di recedere dal contratto.

 

2.3 Obbligo di rimborso del prezzo
Una volta espressa la volontà di restituire il prodotto acquistato, scatterà per il venditore l’obbligo di rimborsare tutti i pagamenti ricevuti in occasione della vendita, costi di consegna compresi.
Il professionista, dal canto suo, sarà obbligato a rimborsare entro i successivi 14 giorni, decorrenti:

• dalla ricezione del bene, oggetto del recesso contrattuale, o
• dal momento in cui il consumatore dia prova dell’avvenuta rispedizione del bene al venditore.

Attenzione! Il riaccredito delle somme spettanti all’acquirente dovrà essere effettuato nelle stesse modalità utilizzate da quest’ultimo per l’acquisto (ad esempio: riaccredito PayPal se il pagamento era stato effettuato con PayPal).
Ovviamente l’esercizio del diritto di recesso, con conseguente rimborso del prezzo, è subordinato alla piena integrità del bene o, comunque, ad una condizione tale che il bene sia restituito in normale stato di conservazione.
Tali condizioni, per ovvietà di cose, potranno riguardare solo e soltanto il prodotto in sé, non certo la sua confezione od imballaggio – e se anche l’acquirente avesse utilizzato il prodotto acquistato, questo potrà comunque essere reso, purché non danneggiato -.

 

2.4 Obbligo di restituzione del prodotto
Il codice del consumo pone, infine, un importante obbligo in capo al consumatore il quale, comunicata la volontà di restituire il prodotto, dovrà rispedire quanto ricevuto entro 14 giorni, facendosi carico della relativa spesa – a meno che il venditore, per sua decisione, non abbia preventivamente comunicato all’acquirente di volersi accollare le spese di reso -.

3. Casi di esclusione dal diritto di recesso

Il codice del consumo consente un ampio esercizio del diritto di recesso, escludendolo, però, nel caso di vendita di:

• prodotti personalizzati o confezionati su misura,
• prodotti sigillati e poi aperti, non restituibili per ragioni di sicurezza e igiene,
• prodotti soggetti a deterioramento,
• bevande alcoliche o di prodotti mescolati con altri in modo inscindibile,
• software informatici o registrazioni audio/video sigillati e aperti dopo la consegna,
• giornali o riviste a carattere periodico (esclusi i contratti in abbonamento),
• servizi di manutenzione o riparazione per i quali il consumatore ha richiesto una visita specifica del professionista.

Attenzione però, perché anche in tali casi il venditore dovrà indicare correttamente e chiaramente, sul proprio sito web, l’esclusione del diritto di recesso per queste particolari categorie di beni: solo così egli potrà negare sia la restituzione del bene che il rimborso del prezzo di vendita.

 

Dott.ssa Adriana Valentino

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