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CORONAVIRUS: COSA CAMBIA COL DPCM DEL 14 LUGLIO?

1. Coronavirus: nuove disposizioni dal 15 luglio

Ieri, 14 luglio, in Parlamento il ministro della Salute Roberto Speranza ha presentato il nuovo Dpcm con cui ha prorogato al 31 luglio le misure restrittive anti-Covid contenute nel Dpcm dell’11 giugno.
Lo stato di emergenza – che doveva inizialmente essere prorogato fino al 31 dicembre, ed in un secondo momento fino al 31 ottobre – ad oggi non è stato prorogato. Dal 1 agosto si tornerà alla normalità legislativa.
Vediamo meglio le novità nel dettaglio.

2. Come cambiano le riaperture?

• Restano confermate le modalità di smart working e lavoro a distanza ove possibile;
• Si prorogano al 31 luglio anche la possibilità di “incentivare le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti”;
• Slitta al 31 luglio anche la riapertura delle discoteche e l’organizzazione di fiere e congressi;
• dal 15 luglio chi viaggia in aereo potrà imbarcarsi con il bagaglio a mano. Sarà possibile, al contrario di quanto deciso il 26 giugno scorso, salire sui voli con trolley e borsoni da sistemare sulle cappelliere.
È stato previsto anche il divieto d’ingresso per i passeggeri provenienti dai 13 Paesi inclusi nella black list – Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana – in conformità all’ordinanza del ministro della Sanità.

3. Come cambiano le misure da adottare?

Sussiste l’obbligo di sanificazione dei luoghi di lavoro, il distanziamento di un metro tra le persone, l’igiene delle mani. La novità è che l’obbligo di indossare la mascherina vige solo nei luoghi chiusi, diversamente da quanto previsto in precedenza.
I luoghi chiusi comprendono:
• gli uffici pubblici;
• i negozi;
• i supermercati;
• i ristoranti e bar, quando non si è seduti un tavolo;
• la palestra;
• il cinema, il teatro, i musei;
• il parrucchiere e i centri estetici;
• i mezzi di trasporto.
La regola vale per tutti: gestori, clienti, utenti, spettatori e in ogni occasione in cui non sia possibile garantire la distanza di sicurezza di un metro.

4. Come conciliare l’obbligo della mascherina con il caldo?

Il CNR ha affermato che per superare l’impatto del caldo accentuato dalle mascherine sarà possibile misurare lo stress personale a cui si va incontro. “La popolazione per contrastare il coronavirus deve usare mascherine e guanti in plastica o lattice, soprattutto se impegnata in particolari attività lavorative – spiega Marco Morabito del Cnr – questi dispositivi non sono nati per un utilizzo massivo e prolungato all’aperto in particolare all’esposizione dei raggi solari e non sono testati dal punto di vista microclimatico”. A tal proposito l’Istituto di Bioeconomia del Cnr di Firenze ha pubblicato su Science of the total environment, uno studio su come gestire gli effetti negativi del caldo sull’uomo dovuto ai dispositivi di protezione individuale.
È stato progettato un sistema di allerta da caldo personalizzato per i lavoratori disponibile online sulla piattaforma del progetto Heat-shield – basato sulle caratteristiche fisiche, sul tipo di attività, sul vestiario indossato e sull’ambiente di esposizione – grazie al quale è possibile prevedere un “rischio da caldo individuale”, nonché consultare suggerimenti per contrastare l’eventuale disidratazione. Si tratta di “informazioni utili per salvaguardare la salute dei lavoratori e assicurare la produttività di diverse aree professionali”.

Avv. Marialetizia Polizzi

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