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INPS E P.IVA – COME FUNZIONA, CASSE PROFESSIONALI E ALIQUOTE

1. Introduzione

I soggetti titolari di partita IVA, come tutti i lavoratori, sono tenuti a versare contributi INPS ai fini pensionistici. La contribuzione di coloro che esercitano attività commerciale o professionale – sia in forma autonoma che associata – è obbligatoria sia nel caso della gestione separata che nella gestione commercianti. Se si desidera aprire una partita IVA è importante sapere che i contributi previdenziali rappresentano una fetta consistente delle uscite finanziarie. E’ dunque utile conoscerne modalità e importi prima di programmare l’avvia di una nuova attività.

I contributi previdenziali sono obbligatori per tutti i lavoratori autonomi. Da versare all’INPS se si rientra nella categoria artigiano, commerciante o professionista senza cassa di previdenza, oppure da versare alla Cassa professionale di appartenenza, se si è un professionista iscritto ad un albo o a un ordine professionale.

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2. Gli artigiani ed i commercianti

2.1 Quota Fissa

Gli artigiani che esercitano attività di produzione di beni o di servizi (come idraulici, falegnami, gelatai, pasticceri) oppure i commercianti che acquistano e vendono beni di consumo, mobili, immobili o svolgono attività di servizi (commercianti, agenti di commercio, promotori finanziari, negozianti al dettaglio etc.) sono tenuti a versare obbligatoriamente i contributi previdenziali. Questi possono essere fissi o a percentuale e nel caso di artigiani e commercianti quelli fissi sono dovuti sempre e comunque, indipendentemente dal reddito percepito annualmente.

L’importo dei contributi fissi è stabilito ogni anno dall’INPS e va pagato anche in caso di mancato reddito. Questo significa che anche su in un anno l’imprenditore non ha incassato niente dovrà comunque versare la quota fissa all’Inps. Indicativamente, al 2020, si parla di 3836€ per gli artigiani e 3850€ per i commercianti (da versare in quattro rate trimestrali).

2.2 Quota variabile

Nel caso in cui l’artigiano o il commerciante abbia un reddito annuo superiore a 15.548€ ai contributi fissi si aggiungeranno anche quelli in percentuale. La contribuzione previdenziale in questo caso viene calcolata su aliquote percentuali da applicare al reddito sulla base di scaglioni progressivi. L’unica distinzione è tra maggiori e/o minori di 21 anni. Le percentuali degli artigiani e quelle dei commercianti differiscono di poco, ma possono essere confrontate nelle tabelle sottostanti. A questi si applica però un massimale di reddito oltre il quale non è più dovuto alcun contributo. Diversamente dai contributi fissi, quelli a percentuale vengono versati in due sole tranche (30 giugno e 30 novembre).

3. Riduzione contributiva per gli aderenti al regime forfettario

I soggetti tenuti all’iscrizione alla gestione Artigiani e Commercianti Inps, che aderiscono al regime Forfettario, possono richiedere un’agevolazione contributiva. La riduzione è pari al 35% da applicare sia sul minimale che sull’eccedente il minimale. La richiesta dovrà essere compilata e inoltrata online ogni anno entro il 28 febbraio. Ma attenzione: questa riduzione comporta un rischio. Se il versamento finale annuale non è pari o superiore al contributo fisso, non sarà più garantita la piena annualità contributiva (ai fini del raggiungimento della pensione). In questo caso sarà possibile coprire la parte mancante con i versamenti dell’anno successivo.

4. Lavoratori autonomi senza cassa previdenziale

I lavoratori autonomi che iniziano un’attività non provvista di autonoma cassa previdenziale sono tenuti ad iscriversi alla Gestione Separata Inps. I freelance, i consulenti d’impresa e quelli informatici, i fisioterapisti e tutti i professionisti senza Albo sono tenuti a versare i relativi contributi previdenziali sulla base di un’aliquota percentuale fissa.

Quest’ultima è pari al 25,72% e si applica al reddito d’impresa lordo effettivo senza minimali né massimali. Non ci sono contributi fissi da versare, ma si paga solo in percentuale al reddito e quindi, se il guadagno è poco si paga proporzionalmente. L’aspetto negativo, però, è che se il lavoratore autonomo non raggiunge un reddito di almeno 15.548€, l’INPS non accrediterà un anno di contributi (in termini di mensilità) validi ai fini della pensione.

Aprire una partita IVA online è una procedura sostanzialmente veloce e rapida. I tempi variano da un minimo di 24 ore per i liberi professionisti ad un massimo di 15 giorni per le ditte individuali. Questo perché, come abbiamo detto in precedenza, occorre effettuare anche l’iscrizione al Registro delle Imprese (sezione Albo degli Artigiani o Camera di Commercio) che richiede una tempistica diversa ma pur sempre rapida.

5. Professionisti dotati di cassa previdenziale autonoma

Avvocati, geometri, farmacisti, architetti, commercialisti, medici e psicologi non devono versare i contributi all’INPS ma alla propria cassa di previdenza con regole di contribuzione specifiche. I professionisti regolamentati da Albi o elenchi professionali di categoria sono obbligati all’iscrizione alla propria cassa previdenziale. Il calcolo dei contributi, le percentuali, i massimali e i minimali sono stabiliti autonomamente da ogni Albo e differiscono da professione a professione.

Diverso invece il discorso per i professionisti che operano in attività che non prevedono la presenza di Albi professionali. Per questi c’è l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata Insp, come abbiamo già spiegato in precedenza.

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Novella Toloni

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