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STRETTA DI NATALE: ECCO TUTTE LE IPOTESI

1. Quando verranno decise le restrizioni di Natale?

Le festività natalizie sono alle porte. Il governo sta decidendo se adottare misure più restrittive a ridosso delle feste, per Natale e Capodanno.

La decisione del governo, dopo i colloqui con il Comitato tecnico scientifico (Cts), dovrebbe arrivare giovedì mattina, se non addirittura nel weekend, con un nuovo DPCM. Il Cts propone di inasprire le misure e aumentare i controlli degli assembramenti nelle piazze, strade e vie dello shopping, nei giorni che precedono il Natale. Ciò al fine di scongiurare la terza ondata Covid a gennaio. Nel verbale redatto dal Comitato si fa riferimento al rischio assembramenti ma non all’eventuale chiusura delle regioni. Destano maggior preoccupazione per gli esperti i luoghi al chiuso e quelli in cui ci si può togliere la mascherina. Sugli spostamenti, che saranno bloccati già dal 21 dicembre, il Comitato non si è espresso, lasciando di fatto la decisione al governo.

L’obiettivo delle nuove misure sarebbe quello di rendere impossibili gli assembramenti non solo domestici, ma anche quelli da shopping che si sono visti nei giorni scorsi in tutte le grandi città. Vediamo di seguito tutte le possibilità di restrizioni.

2. Zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi

Una delle ipotesi è quella di una zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e dal 5 al 6 gennaio.

Di fatto si tratterebbe di un lockdown,  come a marzo scorso quando si poteva uscire di casa solo per urgenze e necessità e con l’autocertificazione in tasca. Una chiusura totale del Paese con in cui vengono garantiti i servizi essenziali, mentre sono limitati gli spostamenti.

3. Zona arancione in tutta Italia fino alla Befana con coprifuoco anticipato

L’altra ipotesi è una sorta di grande zona arancione.

In questo secondo caso, i negozi resterebbero aperti mentre i ristoranti chiusi. E sarebbero possibili gli spostamenti all’interno del proprio comune. Verrebbe anticipato il coprifuoco: alle 18:00 oppure alle 20:00.

4. Ipotesi mista: arancione nei prefestivi e rossa nei festivi

Una zona arancione nazionale dal 24 dicembre al 6 gennaio, con una zona rossa nazionale solo in alcuni giorni festivi e prefestivi: dalla vigilia a Santo Stefano, da San Silvestro a Capodanno.

La stretta per le festività, quindi, appare sicura. È il come che deve essere ancora deciso. Da più parti è stata esclusa la possibilità di un lockdown nazionale di settimane sul modello tedesco. “In Italia la curva dei contagi è in fase calante, mentre in Germania sta salendo”, ha osservato Francesco Boccia – Ministro per gli Affari regionali e Autonomie.

5. Possibile deroga al divieto di spostamento tra piccoli Comuni

Per quanto riguarda gli spostamenti potrebbero esserci dei cambiamenti in arrivo.

In base all’ultimo Dpcm, nei giorni di festa è vietato spostarsi tra comuni. Ma si sta discutendo su una possibile deroga: potrebbero essere consentiti gli spostamenti tra piccoli comuni – cioè quelli sotto i 10mila abitanti – entro un certo numero di chilometri, probabilmente 20. Per evitare esodi prima di Natale, comunque, c’è sul tavolo anche l’ipotesi di bloccare gli spostamenti dal 19 dicembre.

6. Quali sono le criticità?

Nella maggioranza ancora si discute sulle misure. L’ipotesi della zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi non vede d’accordo tutti; infatti, la chiusura di negozi, bar e ristoranti porterebbe i gestori a chiedere un ulteriore sostegno economico, oltre a quello ristori.

Tuttavia la necessità della stretta, ha spiegato il Cts, è legata all’impossibilità da un lato di un controllo capillare del territorio e dall’altro a dati dell’epidemia ancora “preoccupanti”. Qualora non si proceda alla stretta natalizia, con controlli rigidi, “a gennaio saremo nei guai”, hanno detto gli esperti.

Il Cts, quindi, opterebbe per la zona rossa, magari con alcune modifiche: ad esempio, potrebbe essere consentito uno sfogo all’aperto per i bambini.

Le Regioni, che spingevano per un allentamento delle maglie, si trovano ora di fronte alla prospettiva di un inasprimento. Il più esplicito è stato il presidente della Liguria Giovanni Toti, che si dice contrario a misure omogenee in tutto il Paese, rivendicando i dati da zona gialla del suo territorio. “Trovo surreale l’idea di un nuovo lockdown per Natale, preannunciato dal governo quasi con piacere penitenziale. Come se si dovessero punire gli italiani che hanno voglia di acquistare qualche dono per rendere meno amare queste feste”, ha aggiunto.

Molto severo con gli assembramenti, invece, il presidente del Veneto Luca Zaia. La sua regione sta registrando un’impennata dei contagi. “Ho visto uno spettacolo immondo. È un mondo vomitevole, una cultura strisciante e non imperante secondo la quale questo è il virus dei vecchi e che se la vedano loro”, ha detto.

Intanto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato a invocare “uno sforzo collettivo”, in questo caso a livello mondiale, perché – ha detto – solo esso e “solo un multilateralismo efficace, potranno consentire alla Comunità internazionale di superare questa emergenza”.

Avv. Marialetizia Polizzi

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