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LE TRE ALTERNATIVE AL REGIME FORFETTARIO

Non c’è dubbio che nella maggior parte dei casi il regime forfettario sia il regime fiscale più conveniente per iniziare e proseguire un’attività d’impresa, però, per poter sfruttare questo regime, ci sono dei requisiti di accesso che, se non rispettati, non ci permettono di aderire.
Oltre ai requisiti di accesso,  troviamo anche delle cause di esclusione, le quali cause, al verificarsi delle stesse, comportano inevitabilmente l’esclusione dal regime forfettario dall’anno successivo.
Quali sono le alternative al regime forfettario?  Vediamole insieme.

1. PRIMA ALTERNATIVA

La prima conseguenza dalla fuoriuscita del regime forfettario è quella del prosieguo della propria attività nel regime fiscale ordinario con la contabilità semplificata.

In queste situazioni, è necessario fare prima una valutazione di convenienza.
Le strade sono due: non si verificano i requisiti e ci troviamo conseguentemente fuori dal regime forfettario, oppure decidiamo di non usufruire di tale regime, optando quindi per una ditta individuale  in regime fiscale ordinario in contabilità semplificata perché, dopo le dovute valutazioni, il regime forfettario non conviene.
Questo presupposto si verifica nelle condizioni  di basso ricarico.
Bisognerà quindi fare un calcolo di convenienza valutando, sull’ammontare del fatturato, quante imposte si pagano con regime forfettario e fare poi una simulazione con il regime fiscale ordinario, che non è determinato con una percentuale fissa (come avviene invece nel caso del forfettario attraverso i coefficienti di redditività).

2. SECONDA ALTERNATIVA

La seconda alternativa al regime forfettario, è quella in cui magari non si soddisfano i requisiti per tale regime però, al posto di una ditta individuale, si opta per una s.r.l. solamente per quel determinato business (valutando quindi un’alta possibilità di detrazioni che nel forfettario non abbiamo).


Quand’è che è sconveniente una ditta individuale? Ad esempio quando si apre una partita iva e si è già lavoratori dipendenti con un reddito superiore a 30000 euro annui.
Optando per una ditta individuale infatti, il reddito da lavoratore dipendente si andrà a sommare al reddito da lavoratore autonomo e, la somma di questi due redditi, troverà l’applicazione di aliquote irpef più alte.
Per evitare questo, anche se si ha un business all’inizio, si può aprire una s.r.l. solamente per quello specifico business; la gestione di quest’ultima potrebbe non rivelarsi così sconveniente attraverso dei meccanismi di risparmio fiscale.

3. TERZA ALTERNATIVA

La terza alternativa al regime forfettario è molto particolare e si verifica solamente nel caso in cui vi siano due lavori.
Ad esempio ci troviamo in regime forfettario esercitando due professioni, ad esempio e-commerce e consulenza professionale.  In questa situazione(e quindi con due entrate), magari con la prima ci troviamo di fronte a un alto fatturato ma un basso guadagno e, con la seconda, con un fatturato nella media  ma un guadagno più alto dovuto ai costi più bassi dell’attività libero professionale.

Cosa si fa in questo caso?
Prima di superare i 65000 euro di limite per il regime forfettario, mettiamo la prima attività in una srl ( quindi per esempio avremo una s.r.l che farà solo e-commerce), rimanendo però, in ditta individuale per quanto riguarda la libera professione.
Mettendo in una s.r.l la prima attività e non superando quindi i 65000 euro, lo si potrà sfruttare e quindi mantenere per l’attività di consulenza.
L’importante è non fatturare mai con la propria posizione individuale alla società; l’incompatibilità del regime forfettario sulle partecipazioni societarie, si rileva infatti solamente quando le attività sono direttamente o indirettamente riconducibili.

4. GUARDA IL VIDEO DELL’AVV. MICHELI

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The Legal One
14-12-2020 ore 9:00

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