Over 10 years we help companies reach their financial and branding goals. Maxbizz is a values-driven consulting agency dedicated.

Gallery

Contact

+1-800-456-478-23

411 University St, Seattle

maxbizz@mail.com

IL MONITORAGGIO FISCALE E L’IVAFE: COME DICHIARARE UN CONTO CORRENTE ESTERO?

1. Introduzione
Aprire un conto corrente o un conto deposito all’estero è un’operazione del tutto LECITA che può essere eseguita da qualsiasi risparmiatore italiano, nel rispetto – scrupoloso – della normativa fiscale vigente.
Difatti, un’operazione di tal guisa comporta, in ogni caso, la necessità di dover adempiere a particolari obblighi di natura fiscale, così da rispettare tutte quelle che sono le leggi regolanti le attività finanziarie detenute all’estero da parte di soggetti residenti in Italia.
In linea di massima, è bene sapere che la detenzione di un conto corrente estero deve essere dichiarata annualmente, utilizzando l’apposito quadro della dichiarazione dei redditi, denominato quadro RW.
Nello specifico, però, sia che si tratti di conto corrente, sia che si tratti di qualsiasi altra attività finanziaria detenuta all’estero, vi sono delle particolari condizioni a seconda delle quali può esservi o meno l’obbligo della dichiarazione di quanto posseduto oltre Italia.

2. Gli adempimenti fiscali 
Come anticipato, un soggetto con residenza fiscale in Italia è obbligato a dichiarare annualmente la detenzione di eventuali conti correnti presso istituti di credito esteri. In particolare, insiste, in capo al correntista, l’obbligo di compilare il quadro RW del modulo di dichiarazione dei redditi, specificando il possesso del conto corrente stesso.
La dichiarazione è resa obbligatoria, in quanto essa rientra tra gli adempimenti correlati al monitoraggio fiscale di qualsivoglia attività o prodotto finanziario posseduto, al di fuori dei confini nazionali, da un contribuente residente in Italia.
Attenzione: la normativa vigente, se da una parte pone l’obbligo di dichiarare quanto posseduto su di un conto corrente detenuto all’estero, da altra parte, a seconda del saldo massimo raggiunto durante l’anno di imposta, può esentare il correntista da tale obbligo.
Nello specifico, l’obbligo della dichiarazione si pone ogni qualvolta vi sia il superamento dei 5.000€ di giacenza media annua.

Partendo da tale presupposto, è obbligatoria una precisazione con riferimento al cd. monitoraggio fiscale.


2.1 Cos’è il monitoraggio fiscale?
Tutti i contribuenti residenti fiscalmente in Italia sono tenuti ad effettuare il monitoraggio fiscale delle attività patrimoniali e finanziarie detenute all’estero; tale obbligo sussiste a prescindere dalle modalità con le quali il contribuente assume la detenzione di quelle stesse attività.
Non solo.
Di sovente, la dichiarazione di quanto detenuto all’estero comporta non solo l’obbligo del monitoraggio, ma anche l’obbligo del pagamento di due particolari imposte patrimoniali:
– IVIE per gli immobili,
IVAFE per le attività finanziarie.


2.2 Quali sono gli obblighi fiscali in caso di conto corrente estero?
Nel caso specifico di contribuente italiano con conto corrente estero, esiste per egli l’obbligo di compilare il quadro RW del modulo di dichiarazione dei redditi, specificando il possesso del conto corrente stesso.
L’obbiettivo del quadro RW è di semplice comprensione: la sua compilazione permette all’Agenzia delle Entrate di monitorare fiscalmente tutte le attività finanziarie che un cittadino residente in Italia detiene all’estero.
Ma attenzione!
Oltre al monitoraggio, l’indicazione del conto corrente estero in dichiarazione dei redditi deve essere effettuata anche ai fini del pagamento dell’IVAFE, ossia un’imposta patrimoniale che colpisce i possessori di attività finanziarie detenute in Paesi esteri, il cui costo fisso è pari a 34,20 €.

Bisogna fare una precisazione: la legge n. 186/2014 ha posto la non obbligatorietà del monitoraggio fiscale nel caso in cui il valore massimo complessivo dei conti correnti bancari esteri non superi 15.000 € durante tutto il periodo di imposta. Tuttavia, l’obbligo di compilazione del quadro RW sussiste comunque laddove il contribuente sia obbligato ai fini del calcolo dell’IVAFE, e cioè nel caso in cui la giacenza media annua sia superiore a 5.000 €.

Dunque, proviamo a fare un po’ di chiarezza:
– tutte le volte in cui vi è il superamento dei 15.000 €, anche solo una volta nel corso dell’anno, sorge l’obbligo del monitoraggio fiscale;
– oltre al monitoraggio fiscale, ogni qualvolta vi sia il superamento dei 5.000€ di giacenza media annua, sorge l’obbligo in capo al correntista di versare un’imposta pari 34,20 €;
qualora non vi fosse l’obbligo del monitoraggio fiscale perché durante il periodo d’imposta non vi è il superamento dei canonici 15.000 €, sussisterà comunque l’obbligo di compilazione del quadro RW laddove sia dovuta l’IVAFE – e, dunque, in caso di superamento dei 5.000€ di giacenza media annua.

Di converso:
– nel caso in cui il saldo del conto corrente aperto presso una banca estera non superi i 15.000 € durante tutto l’anno di imposta, non vi sarà alcun obbligo di monitoraggio fiscale;
se la giacenza media del conto non supera i 5.000 € annui, il contribuente non dovrà effettuare il pagamento dell’imposta fissa sul conto corrente estero (IVAFE).

3. Altri redditi prodotti all’estero
I contribuenti titolari di un conto corrente bancario, investitori o possessori di titoli azionari all’estero sono tenuti, a seconda dei casi, a riportare in dichiarazione dei redditi tutte le informazioni relative ad eventuali redditi prodotti al di fuori dei confini italiani.
Va da sé, quindi, che oltre alla sola apertura di un conto corrente presso un istituto di credito estero, bisognerà inserire in dichiarazione annua tutti i redditi derivanti da investimenti effettuati all’estero – con conseguente soggezione a tassazione di ognuno di essi -.
Tra gli elementi da inserire in dichiarazione possono esservi:
gli interessi attivi, derivati sia da conti correnti che da conti depositi o da titoli obbligazionari,
– i dividendi, cioè utili derivanti dal possesso di titoli partecipativi (quote o azioni),
le plusvalenze ricavate, infine, dalla cessione delle attività finanziarie.

In fase di dichiarazione, dunque, ci sarà bisogno di indicare tutti questi fattori, ognuno dei quali potrà derivare da investimenti od operazioni finanziarie effettuate all’estero.


Se vuoi saperne di più su come aprire un conto corrente all’estero trasferendo, legalmente, i tuoi soldi, ed i conseguenti obblighi fiscali da rispettare, ecco il video che fa per te! 

 

Avv. Carlo Alberto Micheli
Dott.ssa Adriana Valentino

VUOI MAGGIORI INFORMAZIONI?
CLICCA SUL BOTTONE E RICHIEDI LA TUA CONSULENZA CON UN ESPERTO MYACCOUNTING.IT!