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Partita iva commercianti: come aprirla e gestirla

1. Introduzione

Partita iva commercianti: sai come aprirla e gestirla?

Se hai da sempre il sogno di aprire un tuo negozio, sappi che la strada che ti porterà a realizzare il tuo sogno non è lunga ma potrebbe nascondere delle insidie. Qui troverai tutte le informazioni di cui hai bisogno: ti aiuteremo a scoprire i passaggi da fare per arrivare finalmente ad inaugurare il tuo negozio. Ti daremo anche consigli su come scegliere il regime fiscale più adatto alle tue esigenze e ti indicheremo tutte le imposte che sarai tenuto a versare nel corso dell’anno. 

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2. Commercianti: i differenti settori merceologici

Prima di entrare nel dettaglio delle pratiche da svolgere per poter aprire il proprio negozio, è necessario mettere in chiaro alcuni punti. Il primo è che per “commerciante” si considerano tutti i rivenditori di merce al dettaglio. Si tratta quindi di una macro-categoria che racchiude al suo interno tante altre micro-categorie legate al settore merceologico e al tipo di rivendita che si intende fare. Gli adempimenti fiscali e contributivi saranno i medesimi per tutti, ma il codice ATECO sarà differente: troverete più avanti tutte le indicazioni per aprire e gestire la partita Iva. 

3. Come aprire una partita iva commercianti

Come abbiamo appena detto all’interno della categoria “commercanti” troviamo una varietà molto grande di settori merceologici, e come abbiamo anticipato a fare la differenza nell’apertura e nella gestione della partita Iva è il codice ATECO, non le modalità. Con un’eccezione legata al fondo commerciale che potrebbe avere alcune indicazioni da seguire a seconda del tipo di negozio. Per questo punto è bene informarsi presso il proprio Comune per avere tutte le informazioni.

Il codice ATECO

Torniamo al codice ATECO. Per i commercianti il codice ATECO inizia sempre con il numero 47. “commercio al dettaglio in esercizi non specializzati”. A seguire si ha:

  • 47.1 commercio al dettaglio in esercizi non specializzati
  • 47.2 commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati
  • 47.3 commercio al dettaglio di carburanti per autotrazione in esercizi specializzati
  • 47.4 commercio al dettaglio di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati
  • 47.5 commercio al dettaglio di altri prodotti per uso domestico in esercizi specializzati
  • 47.6 commercio al dettaglio di articoli culturali e ricreativi in esercizi specializzati
  • 47.7 commercio al dettaglio di altri prodotti in esercizi specializzati
  • 47.8 commercio al dettaglio ambulante
  • 47.9 commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati

Ognuna di queste categorie al suo interno ha poi altre sotto categorie che scendono nel dettaglio della merce venduta (per consultare l’elenco completa guarda qui).

Il coefficiente di redditività

Ad ogni codice ATECO corrisponde un coefficiente di redditività sul quale viene calcolato il reddito e di conseguenza l’importo sul quale applicare l’imposta sostitutiva in regime forfettario. Nella maggior parte dei casi, per i commercianti è il 40%, ma ci sono alcune eccezioni. Riportiamo pertanto la tabella con tutte le indicazioni.

4. Aprire una partita iva commercianti è gratuito?

A differenza che per molte altre categorie, per i commercianti l’apertura della partita Iva comporta dei costi non troppo contenuti. Per prima cosa è necessaria l’iscrizione alla Camera di Commercio e alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS. Inoltre, per via telematica, sarà necessario compilare e inviare la Comunicazione Unica (o ComUnica): una pratica che riassume le richieste da effettuare a vari enti. Nello specifico con un modello unico il lavoratore si interfaccerà con Agenzia delle Entrate, Registro delle Imprese, INPS e Inail. Per convalidare l’invio è necessaria la firma digitale (che ha un costo di attivazione). Oltre a quanto detto i commercianti dovranno presentare presso il Comune di residenza la S.C.I.A. ovvero la “segnalazione certificata di inizio attività”. L’alternativa è avvalersi di un consulente che esplicherà tutti questi passaggi per voi. 

5. Il Regime Fiscale per i commercianti

Il regime forfettari

Come per tutte le categorie di lavoratori che vogliono aprire una ditta individuale, il regime fiscale più conveniente è quello forfettario. Per potervi accedere sono necessari i requisiti validi per tutte le altre attività, a partire da un ricavo annuale che non superi i 65mila € (per saperne di più clicca qui). Ma perché lo riteniamo il più conveniente? Per prima cosa per il metodo con il quale vengono calcolate le imposte da versare. Ma non solo: ecco altri vantaggi:

  • esonero dalla fatturazione elettronica
  • esonero applicazione Iva nelle fatture emesse
  • esonero applicazione ritenuta d’acconto
  • esonero dalla registrazione obbligatoria di fatture e corrispettivi
  • tassazione agevolata (vedremo le aliquote tra poco)

Andiamo a vedere nel dettaglio come si calcolano le tasse da pagare per un commerciante in regime forfettario. Come detto ogni attività ha un suo codice ATECO e a questo è abbinato un coefficiente di redditività. Abbiamo visto prima che non tutti hanno lo stesso coefficiente ma faremo un esempio pratico su quello più comune, ovvero il 40%, con un 60% che viene considerato forfettariamente come “spese sostenute dal commerciante”. Grazie al coefficiente è possibile calcolare il reddito e su quello pagare l’imposta sostitutiva del 15%, 5% per i primi 5 anni in caso di start-up (che prevede che la stessa attività non fosse svolta nei 3 anni precedenti l’apertura della partita Iva). 

Ecco un esempio pratico su in ricavo lordo è di 50mila € 

50.000×40%= 20.000€x15%=3000€ oppure 50.000×40%=20.000€x5%=1000€.

Il regime ordinario in contabilità semplificata

In mancanza dei requisiti per il regime forfettario è inevitabile la scelta del regime fiscale ordinario in contabilità semplificata. In questo caso il reddito sarà conteggiato sulla differenza tra ricavi meno costi. Su questo reddito si applicherà l’IRPEF in base agli scaglioni previsti dalla legge. Inoltre il lavoratore è soggetto ad Iva. Sono poi previste altre imposte varie ed eventuali di cui è bene chiedere ad un consulente esperto. 

Il regime ordinario

In caso di superamento della soglia dei 400mila € per le attività di prestazione di servizi o dei 700mila € per le altre attività, dal regime ordinario in contabilità semplificata si passa al regime ordinario. 

6. I contributi pensionistici per i commercianti

A livello di pensione i commercianti sono obbligati a iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, che prevede un contributo fisso per redditi da 0 a 15.953€ (minimale al 2021) pari a poco più di 960€ per quattro rate annue. Per redditi eccedenti il minimale si hanno due fasce di reddito e di età (vedi tabella). 

E’ possibile richiedere una riduzione del 35% con un contributo minimo pari a circa 630€ per 4 rate annue. Questa agevolazione è prevista per tutte le partite Iva commercianti che abbiano scelto il regime forfettario (anche in un secondo momento rispetto all’apertura). La riduzione sarà applicata sia sul minimale che sull’eccedente il minimale. La richiesta dovrà essere compilata e inoltrata online ogni anno entro il 28 febbraio. Ma attenzione questa riduzione comporta un rischio: se il versamento finale annuale non è pari o superiore al contributo fisso, non sarà più garantita la piena annualità contributiva (ai fini del raggiungimento della pensione). In questo caso sarà possibile coprire la parte mancante con i versamenti dell’anno successivo. 

Richiedi una consulenza

Rispetto ad altre categorie l’apertura e la gestione di una partita Iva per commercianti possono essere più insidiose, è pertanto consigliabile affidarsi ad un consulente per evitare spiacevoli errori: richiedi la tua consulenza con gli esperti di Myaccounting.it.

Veronica Boggian

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