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Programmatore o sviluppatore di software: libero professionista o artigiano?

1. Introduzione

Hai conseguito un titolo di studio in ambito informatico e vuoi intraprendere la carriera di programmatore o sviluppatore? Bene, noi ti aiuteremo a capire quale strada dovrai percorrere a livello fiscale per dare vita alla tua attività.

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2. Il programmatore o sviluppatore

Il programmatore o sviluppatore è una figura professionale tra le più ricercate degli ultimi anni. L’espansione del mondo informatico ha creato numerosi posti di lavoro presso aziende, ma anche la possibilità di svolgere la propria attività in proprio. I continui progressi rendono quella del programmatore una professione che non muore mai, ma che si rinnova costantemente. E’ questo uno dei motivi per il quale oggi è possibile definire quella del programmatore o sviluppatore una delle professioni con più possibilità di crescita del presente e del futuro.

3. Libero professionista o artigiano?

La prima domanda che è necessario porsi è se il programmatore o sviluppatore sia riconosciuto come libero professionista o come artigiano. Questo perché sotto l’aspetto fiscale l’essere inserito nell’una o nell’altra categoria comporta oneri economici profondamente diversi. In realtà la risposta a questa fondamentale domanda non è del tutto scontata. Come altre figure lavorative, il programmatore o sviluppatore, in base a più fattori, può essere considerata sia un libero professionista che un artigiano. Il primo fattore di differenza lo si trova tra la figura di consulente o produttore, ovvero tra chi fornisce solo consulenza informatica o chi lo produce realmente ad esempio un software o sviluppa una app. Il primo sarà sempre un libero professionista, il secondo potrebbe essere un artigiano. Se al momento dell’apertura della partita Iva l’interessato è alle prime armi è consigliabile farsi aiutare da un consulente nel decidere come inquadrarsi tra artigiano e libero professionista, posizione che lo esonererebbe dall’iscrizione alla Camera di Commercio e agli adempimenti Inail. Ovviamente con il passare del tempo la situazione può cambiare, in questo caso non sarà difficile poter modificare la propria condizione da libero professionista a artigiano, adempiendo agli obblighi di cui abbiamo detto prima. 

Quello che non varia invece è il codice ATECO che in questo caso è 62.01.00, “produzione di software non connesso all’edizione”. 

4. Il regime fiscale per il programmatore o sviluppatore

Un’altra cosa che non varia, oltre al codice ATECO, è la scelta del regime fiscale che non è legata nello specifico all’essere libero professionista o artigiano ma ad altri fattori uguali per tutti i lavoratori. 

Il regime forfettario

Se si possiedono i requisiti, il regime forfettario è sicuramente il più conveniente, come abbiamo già spiegato in altre circostanze (vedi video). In base al regime forfettario come si calcolano le tasse di un programmatore o sviluppatore? Il conteggio è lo stesso che per tutte le altre categorie di ditte individuali che si avvalgono di questo tipo di regime fiscale. L’imposta sostitutiva in regime forfettario è del 15%, 5% per i primi 5 anni in caso di start-up (che prevede che la stessa attività non fosse svolta nei 3 anni precedenti l’apertura della partita Iva). A questo punto è necessario conoscere il proprio coefficiente di redditività in base al proprio codice ATECO, che nel caso dei programmatore o sviluppatore è pari al 67%. Viene considerata una percentuale forfettaria del 33% per le spese sostenute per l’attività. A questo punto il calcolo delle tasse da pagare è semplice, basterà moltiplicare il ricavo lordo per il coefficiente di redditività e applicare l’imposta del 15% (o 5%).

Un esempio? Se il ricavo lordo è di 50mila € il calcolo sarà: 50.000×67%= 33.500€x15%=5025€

oppure 50.000×67%=33.500€x5%=1675€ .

Ricordiamo che in regime forfettario non è obbligatoria alla fatturazione elettronica ma può essere emessa cartacea con marca da bollo per importi superiori ai 77,47€. 

Il regime ordinario in contabilità semplificata

In mancanza dei requisiti per il regime forfettario è inevitabile la scelta del regime fiscale ordinario in contabilità semplificata. In questo caso il reddito sarà conteggiato sulla differenza tra ricavi meno costi. Su questo reddito si applicherà l’IRPEF in base agli scaglioni previsti dalla legge. Inoltre il lavoratore sarà soggetto ad Iva.

Se libero professionista dovrà emettere la fattura elettronica con “ritenuta d’acconto del 20%”. Di cosa si tratta? Vediamolo nel dettaglio: la fattura dovrà riportare la cifra stabilita per il compenso, a questa sarà aggiunta l’Iva e infine verrà sottratta la ritenuta d’acconto del 20%. Il totale della fattura risulterà dunque lievemente più basso del pattuito. Questo perché sarà il destinatario del servizio a pagare la ritenuta d’acconto per conto del libero professionista che la recupererà nella dichiarazione dei redditi l’anno successivo. In che modo? sottraendo dalle tasse dovute l’importo totale delle ritenute di tutte le fatture emesse. Facciamo un esempio: un lavoratore che avrà accumulato ritenute d’acconto per 5mila € e al termine dell’anno fiscale avrà da pagare 6mila € di tasse pagherà solo la differenza di quanto già versato, quindi 1000€. Questa ultima indicazione è riferita solo ai destinatari di fattura che siano soggetti passivi Iva. 

Il regime ordinario in contabilità semplificata

In caso di superamento della soglia dei 400mila € per le attività di prestazione di servizi o dei 700mila € per le altre attività, dal regime ordinario in contabilità semplificata si passa al regime ordinario.

5. Contributi pensionistici per il programmatore o sviluppatore

Torniamo alle differenze tra libero professionista e artigiano quando parliamo invece di contributi. Di seguito le due strade che possono essere percorse. 

Libero Professionista: i programmatori o sviluppatori sono tenuti a iscriversi alla Gestione Separata INPS, la cui aliquota applicata al reddito è pari al 25,98% del fatturato, sia in regime forfettario che in regime ordinario/semplificato. 

Artigiano: se artigiani sono obbligati ad iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, che prevede un contributo fisso per redditi da 0 a 15.953€ (minimale al 2021) pari a circa 960€ per quattro rate annue. Per redditi eccedenti il minimale si hanno due fasce di fatturato, con distinzione anche in base l’età del professionisti e di suoi eventuali collaboratori (vedi tabella). 

inps artigiani

E’ possibile richiedere una riduzione del 35% con un contributo minimo pari a circa 630€ per 4 rate annue. Questa agevolazione è prevista per tutte le partite Iva artigiani che abbiano scelto il regime forfettario (anche in un secondo momento rispetto all’apertura). La riduzione sarà applicata sia sul minimale che sull’eccedente il minimale. La richiesta dovrà essere compilata e inoltrata online ogni anno entro il 28 febbraio. Ma attenzione questa riduzione comporta un rischio: se il versamento finale annuale non è pari o superiore al contributo fisso, non sarà più garantita la piena annualità contributiva (ai fini del raggiungimento della pensione). In questo caso sarà possibile coprire la parte mancante con i versamenti dell’anno successivo. 

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Veronica Boggian

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