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Super Bonus 110% – Stop a nuovi fondi e a nuove proroghe

Che al governo Draghi il super bonus 110% non piacesse ormai lo si era capito. Non tanto perché a più riprese ha affermato di non volerlo rinnovare, quanto proprio per le posizioni in merito. 

Agli inizi di Maggio il presidente del consiglio sul bonus :“Toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo” che poi è motivo per cui il costo di efficientamento e i costi “degli investimenti necessari per le ristrutturazioni” sono più che raddoppiati. Inoltre i meccanismi di cessioni sono complessi e c’è il problema dei controlli sulle truffe.

Sono Carlo Alberto Micheli, Avvocato e Dott. Commercialista, fondatore di Myaccounting.it. Servizio di commercialista online per pmi e professionisti. 

Che cosa sta succedendo al super Bonus 110%? Ci saranno nuovi fondi? Ci saranno nuove proroghe? Ci sarà un meccanismo di cessione del credito più snello? In questo articolo voglio dare risposta a queste domande.

Non è un segreto neanche la mia posizione sul super bonus 110%. 

Sono sempre stato contrario a questa misura e quando fu promossa dall’allora governo Conte mi scese il brivido sulla schiena. Non tanto per la parte legata alle truffe. La criminalità va combattuta e non deve impedire misure che possano aiutare famiglie e imprese, sono piani differenti. E paghiamo le tasse affinché lo stato contrasti il crimine. O no?

La mia obiezione risiede proprio nel fatto che una misura del genere, come sostenni a suo tempo, finisce per drogare l’economia e falsare un settore. Ora molte aziende edili sono in crisi di liquidità per il blocco alle cessioni e i prezzi sono alle stelle.

Provate a cercare una ditta edile adesso
(per usi diversi dal bonus o per piccole riparazioni)

Il governo è stato glaciale. Stop a nuovi fondi e a proroghe generalizzate. Vediamo allora quali sono le scadenze originarie e poi quali sono le richieste di modifica chieste dai partiti ma che il governo non intende concedere. 

Le scadenze del super bonus 110%

Il decreto rilancio ha previsto a suo tempo scadenze differenziate in base alla tipologia di edificio e quelle restano.

  • Villette e immobili unifamiliari: detrazione 110% per spese sostenute fino al 31 dicembre 2022, ma con realizzazione del 30% dei lavori entro il 30 settembre.
    I partiti stanno spingendo affinché si spostino questi termini al 2023, per consentire ai beneficiari di usufruirne e che adesso rischiano per lo spirare dei termini, visto anche il congelamento dei crediti nel sistema di cessione.
  • Condomini e immobili plurifamiliari: detrazione 110% con scadenza al 31 dicembre 2023, che poi si riduce al 70% per le spese sostenute nel 2024 e al 65% per quelle sostenute fino al 31 dicembre 2025.
    I partiti vorrebbero mantenere l’aliquota al 110% fino a tutto il 2025.

Le proroghe costano e Il governo sembra abbastanza ferreo nel non concedere ulteriori risorse e quindi confermare quanto già in essere. 

Unico spiraglio di apertura che arriva dall’esecutivo è quello di ampliare le maglie della cessione del credito. 

La cessione del credito è quel meccanismo secondo cui chi beneficia del credito fiscale possa cederlo a un altro soggetto in cambio di liquidità necessaria per fare quelle spese oppure di sconto diretto sulle spese se cedo direttamente a chi mi fa i lavori. 

Si apre quindi all’opportunità di cederlo ad altri soggetti e non solo alle banche, ma non alle persone fisiche. In pratica di cederlo alle aziende e tra aziende. 

Credo che sia necessario e urgente un intervento in merito. Questo faciliterebbe, perché sarebbero poi le aziende a rivolgersi alle banche e non tutti i privati come è avvenuto adesso con un meccanismo di cessioni multiple e portali bloccati che ingenti danni stanno provocando, sia ai privati stessi che alle aziende che non riescono ad avere nei tempi la liquidità necessaria alla loro sopravvivenza e che adesso rischiano il fallimento.

In ogni caso personalmente non mi aspetto comunque aperture cosi ampie da parte dell’esecutivo viste le numerosi frodi nel settore. 

Fatto sta che il dado è tratto. Il governo deve risolvere e lo deve fare bene a partire dallo sblocco di tutti i crediti incagliati nei cassetti fiscali che stanno congelando e fermando di fatto i lavori.

Avv. Carlo Alberto Micheli

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