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regime forfettario nuova partita iva 5%

Nuova partita iva al 5% – Regime Forfettario

Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato che dalla sua introduzione nel 2018 offre importanti vantaggi alle persone fisiche titolari di partita iva che rispettano determinate condizioni, permettendo di pagare meno tasse in modo facile e regolare. La scelta tra lavoro dipendente o autonomo è molto personale, dipende da tanti fattori e soprattutto dalla predisposizione del singolo: in genere il lavoratore autonomo paga meno tasse rispetto al dipendente, ma il lavoratore dipendente ha maggiori tutele e garanzie, come la malattia e le ferie. Con il regime forfettario, come vedremo, il risparmio sulle tasse per il lavoratore autonomo può essere davvero notevole e può spostare l’asticella di molti verso questa scelta.

In questo articolo si trovano tutte le informazioni sul regime forfettario, di cui approfondiamo ora le novità del 2023 e la preziosa possibilità di aprire una partita iva al 5% di tassazione. Infatti, la Legge di Bilancio ha confermato questa opzione anche per il 2023 per i soggetti che aprono una nuova attività.

Se stai avviando la tua attività da libero professionista e non sai a chi rivolgerti per conoscere nel dettaglio tutte le opportunità di risparmio fiscale che lo Stato mette a disposizione, ti consigliamo di iniziare a conoscere meglio la materia, leggendo attentamente questo articolo, e di affidarti agli esperti di Myaccounting.it, che aiutano ogni giorno centinaia di lavoratori autonomi come te nell’impresa di tagliare l’ammontare di tasse pagate ogni anno.

Regime forfettario: requisiti e clausole di esclusione

Un veloce ripasso dei requisiti per l’accesso al regime forfettario è utile per aggiornarsi alle novità dell’ultima Legge di Bilancio e contestualizzare l’argomento dell’apertura di una partita iva con il 5% di tassazione.

Possono accedere al regime forfettario le persone fisiche titolari di partita iva residenti in Italia che rispettano tutti i seguenti requisiti:

  • fatturato – o meglio ricavi – nell’anno precedente inferiore a 85.000€;
  • meno di 20.000€ lordi di spesa per il pagamento di dipendenti e collaboratori a vario titolo nell’anno precedente;
  • eventuale reddito di lavoro dipendente o assimilati inferiore a 30.000€;

Se anche solo uno dei requisiti non è rispettato, non è possibile accedere al regime forfettario. A queste condizioni sine qua non, inoltre, si aggiungono le cosiddette clausole di esclusione che impediscono l’accesso al regime forfettario. In particolare, la persona fisica:

  • non deve far parte di società trasparenti/in regime di trasparenza fiscale (neanche come collaboratore familiare o associato);
  • non deve controllare direttamente o indirettamente una srl che svolge la stessa attività per cui si apre la partita iva;
  • non deve fatturare prevalentemente (dal 51%) al datore di lavoro dei due anni precedenti l’apertura della partita iva.

Le ditte individuali o i liberi professionisti che incarnano tutti questi requisiti possono accedere al regime forfettario e usufruire di una tassazione fissa al 15%, decisamente agevolata rispetto alle normali aliquote IRPEF. Ma ci sono condizioni in cui si può ricevere una tassazione ancora più agevolata, che approfondiremo nel prossimo capitolo.

Ma cosa succede in caso di superamento degli 85.000€ di fatturato annuo? Se non superi la soglia di 100.000€ di fatturato annuo, nell’anno in corso non ci sono variazioni, ma a partire dall’anno successivo la partita iva esce dal regime forfettario e rientra nel regime ordinario; in caso di superamento della soglia di 100.000€, invece, l’uscita dal regime agevolato è immediata e valida già nell’anno fiscale in corso. Per questa ragione è molto importante fare una valutazione preliminare approfondita circa il rispetto dei limiti di fatturato e in particolare della soglia di 100.000€: qualora il libero professionista prevede di ottenere ricavi maggiori, è necessario valutare sin da subito con il proprio consulente la via più adatta ed escludere l’apertura della partita iva forfettaria dalle opzioni.

Requisiti partita iva al 5%

Esiste una sottocategoria del regime forfettario definita – un po’ impropriamente – “regime forfettario startup”. Coloro che avviano una nuova attività e applicano il regime forfettario, nei primi 5 anni di attività possono versare solo il 5% di imposte.

I requisiti per accedere a questo regime fiscale speciale non sono, come si potrebbe pensare, quelli per rientrare nella definizione giuridica di “startup”, bensì altri tre requisiti diversi:

  • non aver esercitato, nei tre anni precedenti l’avvio dell’attività in questione, un’attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare, con partita iva;
  • non svolgere la stessa attività che prima si praticava come dipendente o già come autonomo (esclusi i casi di pratica obbligatoria);
  • se si prosegue l’attività svolta da un altro soggetto, essa non deve avere un fatturato del periodo d’imposta precedente superiore a 85.000€.

L’obiettivo di questa agevolazione è incentivare l’iniziativa imprenditoriale e l’avvio di nuove attività: per questo non si applica a chi aveva già una partita iva o svolgeva già la stessa attività come dipendente.

Regime forfettario partita iva al 5%: vantaggi

Il principale vantaggio della partita iva al 5% è, ovviamente, la tassazione bassissima per i primi 5 anni di attività. Questo permette di costruire una base solida per poter sostenere in seguito la tassazione ordinaria, che rimanendo nel regime forfettario è comunque molto agevolata, come sappiamo.

Il vantaggio economico risulta ancora più consistente dal momento che l’imposta del 5% si applica non sull’intero fatturato, ma su una percentuale di esso, stabilita dal coefficiente di redditività definito per l’Agenzia delle Entrate in base alla tipologia di attività svolta. Le attività professionali sono suddivise in categorie, ognuna numerata con un codice ATECO a cui corrisponde un coefficiente di redditività: qui la tabella completa.

Se a questo si aggiunge che i titolari di partita iva in regime forfettario non devono pagare l’IVA e sono esonerati dagli eventuali studi di settore, è chiaro che la partita iva al 5% risulta avere oneri contributivi davvero bassi ed elevati margini di guadagno potenziali.

Di seguito si riporta la tabella dei diversi coefficienti di redditività. È evidente che in fase di accesso della tua partita IVA al regime forfettario, la scelta del codice ATECO da assegnarti è fondamentale: questo determinerà il coefficiente di redditività e quindi, in ultima istanza, l’ammontare di tasse che dovrai versare ogni anno. È qui che diventa importante essere consigliati e seguiti da un consulente fiscale veramente esperto, in grado di capire la tua attività e consigliarti la strada migliore.

Gruppo di settoreCodici attività ATECO 2007Coefficiente di redditività  
Industrie alimentari e delle bevande(10-11)40%
Commercio all’ingrosso e al dettaglio45 – (da 46.2 a 46.9) – (da 47.1 a 47.7) – 47.940%  
Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande47.8140%  
Commercio ambulante di altri prodotti47.82 – 47.8954%  
Costruzioni e attività immobiliari(41-42-43) – (68)86%  
Intermediari del commercio46.162%  
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione(55-56)40%  
Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari e assicurativi(64-65-66) – (69-70-71- 72-73-74-75) – (85) – (86-87-88)  78%  
Altre attività economiche  (01-02-03) – (05-06-07- 08-09) – (12-13-14-15- 16-17-18-19-20-21-22- 23-24-25-26-27-28-29- 30-31-32-33) – (35) – (36-37-38-39) – (49-50- 51-52-53) – (58-59-60- 61-62-63) – (77-78-79- 80-81-82) – (84) – (90- 91-92-93) – (94-95-96) – (97-98) – (99)  67%

Tassazione regime forfettario: esempi di calcolo

A questo punto entriamo nel concreto e vediamo un esempio pratico di calcolo della tassazione per una partita iva in regime forfettario nei due casi possibili.

Un libero professionista il cui coefficiente di redditività è pari al 78%, che apre una partita iva e rispetta tutte le condizioni che abbiamo elencato in precedenza per il regime startup, se nel 2022 ha incassato 50.000€ dovrà calcolare in questo modo le sue imposte, in prima battuta:

IMPONIBILE: 50.000€ x 78% = 39.000€

IMPOSTE: 39.000€ x 5% = 1.950€

Se invece la sua attività è più longeva, oppure sussiste un’altra delle condizioni di non applicabilità del regime forfettario cosiddetto “startup”, il calcolo sarà il seguente:

IMPONIBILE: 50.000€ x 78% = 39.000€

IMPOSTE: 39.000€ x 15% = 5.850€

Si nota come la più grande differenza rispetto alla partita iva in regime ordinario, a parte l’aliquota diversa, è l’assenza del passaggio di deduzione dei costi dell’attività dall’imponibile: questo passaggio è svolto dal coefficiente di redditività, che stima i costi delle attività per categorie. Non è possibile, quindi, “scaricare” tutti i costi che si vuole. Il risparmio è comunque evidente e consente di sostenere la costruzione e la crescita dell’attività nei primi anni di esercizio. In realtà, esiste un costo deducibile anche con il regime forfettario ed è quello dei contributi previdenziali, tema che affrontiamo nel prossimo paragrafo.

Contributi previdenziali: esempi di calcolo

Come anticipato nel capitolo precedente, l’unico costo deducibile nel regime forfettario sono i contributi previdenziali, vediamo di seguito come calcolarli e come dedurli dal tuo imponibile. I contributi previdenziali si calcolano in maniera distinta per le due categorie seguenti:

  • liberi professionisti: questi saranno iscritti alla Gestione Separata INPS e i contributi saranno pari al 26% sul reddito;
  • Artigiani o commercianti: questi saranno iscritti alla Gestione artigiani e commercianti e per queste categorie di partite iva i contributi saranno calcolati con un importo fisso di circa 4000€, sommato a un importo variabile pari al 24% sulla componente di reddito che supera il minimale, pari a circa 17.000€. C’è inoltre la possibilità di richiedere uno sgravio contributivo del 35%, con il quale si accumulano meno contributi ma si tengono più soldi in tasca.

Riprendendo l’esempio di cui sopra, applicando la Gestione separata dall’imponibile di 39.000€ bisogna quindi dedurre il 26% di contributi pagati:

CONTRIBUTI: 39.000€ x 26% = 10.140€

IMPONIBILE: 39.000€ – 10.140€ = 28.860€

IMPOSTE: 28.860€ x 15% = 4.329€ oppure 28.860€ x 5% = 1.443€


Nel caso di un artigiano, invece, applicando la Gestione artigiani o commercianti, il calcolo con la deduzione dei contributi sarebbe il seguente:

CONTRIBUTI: 4000€ + [(39.000€ – 17.000€) x 24%] = 9.280€

Inoltre, artigiani e commercianti possono chiedere una riduzione contributiva del 35%: quindi su un totale di contributi pari a 9.280€ è possibile risparmiare 3.248€, per un totale di contributi previdenziali pari a 6.032€.

IMPONIBILE SENZA SGRAVIO CONTRIBUTIVO: 39.000€ – 9.280€ = 29.720€

IMPONIBILE CON SGRAVIO CONTRIBUTIVO: 39.000€ – 6.032€ = 32.968€

IMPOSTE SENZA SGRAVIO CONTRIBUTIVO: 29.720€ x 15% = 4.458€ oppure 29.720€ x 5% = 1.486€

IMPOSTE CON SGRAVIO CONTRIBUTIVO: 32.968€ x 15% = 4.945,2€ oppure 32.968€ x 5% = 1.646,4€

Lo sgravio contributivo non è uno sconto: se si pagano meno contributi, si accumuleranno meno contributi, ma si terranno quei soldi per sé. Se però i contributi versati applicando lo sgravio contributivo risultano inferiori al contributo minimo calcolato sul minimale di reddito (circa 17.000€), l’artigiano o commerciante non si vedrà conteggiato l’intero anno ai fini pensionistici, bensì un numero di mesi proporzionale ai contributi effettivamente versati. Occorre quindi valutare pro e contro dello sgravio contributivo a seconda delle singole situazioni: non è conveniente per redditi bassi.

A questo punto ti starai chiedendo: cosa devo fare per aprire la mia partita iva in regime forfettario? Per sfruttare questa possibilità al massimo, è importante fare due cose:
1) informarsi e conoscere meglio la materia: segui il nostro blog e il nostro canale youtube dove pubblichiamo ogni giorno contenuti di approfondimento per imprenditori e liberi professionisti come te.

2) affidarsi a un commercialista esperto: prenota oggi stesso una consulenza senza impegno con i nostri consulenti, che dal 2016 seguono ogni giorno centinaia di professionisti aiutandoli a pagare meno tasse.

Avv. Carlo Alberto Micheli

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